Acquapendente, cenni storici.


Agriturismo si trova ad Acquapendente, un comune sulla Via Francigena fra Viterbo e Siena nell'alta Tuscia. Al crocevia di Lazio, Toscana e Umbria.


Gli Albori


ottone
Sulle origini di Acquapendente non esistono notizie certe. Si ipotizza che sull’ambito territoriale dove oggi sorge la città, sia stato inizialmente fondato un centro etrusco successivamente abitato dai romani e poi invaso e distrutto dalla furia dei Longobardi. Dalla reale analisi documentaria, si rintraccia, invece, una più probabile nascita (ma non è escluso che possa trattarsi di una rinascita) del nucleo urbano originato da un "vico" di nome Arisa, formatosi attorno la pieve di Santa Vittoria tra il IX e il X secolo, lungo la via Francigena, nata come collegamento tra Roma e i territori franchi dei carolingi di Francia e dei paesi germanici. L’ubicazione sull’importante strada medioevale fece sviluppare ben presto il piccolo borgo, che nel 964 ospitò l’imperatore Ottone I il quale risiedette in Acquapendente (questo nome compare per la prima volta nei documenti in tale occasione) spedendovi vari diplomi e siglandovi alcuni trattati di pace. Con la donazione, da parte di Matilde di Canossa, di tutti i suoi beni alla Chiesa, Acquapendente entra a far parte del Patrimonio di San Pietro ed è posta sotto la diocesi di Orvieto. Sono di questo periodo le prime guerre tra Orvieto ed Acquapendente che non voleva sottostarle; probabilmente perché la città aveva ormai raggiunto una certa importanza dovuta alla sua posizione strategica tra Marchesato di Toscana e Patrimonio di San Pietro. È lecito pensare che già in occasione di queste guerre Acquapendente fosse cinta da mura, ma non possiamo avere nessuna certezza sulla coincidenza perimetrale con gli attuali resti anche perché l’analisi diretta degli apparecchi murari che sono rimasti non autorizza a crederlo.

Il Medioevo


quel che riguarda l’impianto urbanistico della città di Acquapendente sviluppatosi sino al XII secolo, si può ipotizzare che questo occupasse le alture contrapposte divise dal torrente del Rivo che scorreva nella valle. A destra del corso d’acqua si trovavano il castello, l’abbazia del Santo Sepolcro e, forse, un borgo nato intorno alla chiesa di Santa Maria consacrata nel 1149; a sinistra si estendeva l’abitato che dalla primitiva pieve di Santa Vittoria si era sviluppato sul crinale dei colli fino al poggio del Massaro, ai piedi del quale si apriva la porta verso Siena. Da questo accesso aveva origine il tratto urbano della Francigena che, attraverso un tortuoso ingresso, andava per la Rugarella passando davanti la fonte del Canale e poi per la piazza della Comunità e la vicina fonte del Rigombo, proseguendo dritta verso la porta che conduceva a Roma. La tradizione storica riporta un altro evento molto importante per le vicende urbane di Acquapendente, inquadrabile nel periodo delle lotte tra papato e impero; si tratta del "Miracolo della Madonna del Fiore" datato 1166, in seguito al quale gli aquesiani si sarebbero ribellati alla dominazione del governatore imperiale. Così distrutto il castello, simbolo e struttura garante del sistema feudale, si cominciò (secondo la testimonianza del 1588 di Pietro Paolo Biondi) “a fabbricare nella valle per la commodità dell’acque et per levare la selva, che vi era grande”. Questo evento segna un momento di grande trasformazione nel tessuto urbanistico della città per cui il vecchio tratto urbano dell’antica Francigena cadde in disuso, venendo relegato a semplice trama viaria secondaria, a favore di un più moderno e funzionale asse di scorrimento veloce. La nuova strada entrando da porta della Ripa ed uscendo dalla porta Romana, raccordava due direzioni polari esterne fisse (la via per Siena e quella per Roma) e costituiva un vero e proprio percorso conoscitivo della città da nord verso sud, assumendo un andamento curvilineo, dovuto all’aggiramento di un "fuoco" rappresentato dal colle dove doveva sorgere il castello imperiale. È probabile che in questo periodo la città si sia ampliata inglobando le zone che si trovavano tra la nuova arteria e il torrente della Quintaluna, sfruttando anche il potere di "aggregazione" degli ordini mendicanti, dato che nel corso del XIII secolo sia i Francescani che gli Agostiniani costruirono i propri conventi sul nuovo asse urbano. Il XIII secolo è segnato, per la città di Acquapendente, dal susseguirsi di conflitti tra Papato ed Impero, da un lato, e dalle continue guerre dovute alle ingerenze orvietane, dall’altro. Dovrebbe risalire a questo periodo, inoltre, la costruzione delle fortificazioni di Castelnuovo, che formano una propaggine delle mura avente lo scopo di inglobare un’altura che sarebbe stato troppo pericoloso lasciar fuori; la nuova fortificazione fu così denominata per distinguerla dal Castel Vecchio dove era stata la fortezza imperiale. Il XIV secolo è caratterizzato da una grande confusione per tutti i territori appartenenti alla chiesa, a causa dell’esilio dei papi ad Avignone. Con il ritorno del papa a Roma, la comunità di Acquapendente riacquistò lentamente i propri diritti di autogoverno, definiti in un capitolato redatto sotto il pontificato di Eugenio IV nel 1443.

Dal Rinascimento al Risorgimento


rinascimento
È dopo il 1550 che la città perderà alcuni privilegi che avevano contraddistinto la sua autonomia nel ‘400, ma il fenomeno non riguarderà solo Acquapendente ed investirà, in forme e tempi diversi, tutte le comunità del Patrimonio di San Pietro, a causa del rafforzamento del governo centrale. Nonostante ciò la città, sulla scia del periodo favorevole che attraversò tutto lo Stato, prosperò in molti settori. Ad Acquapendente vennero costruiti in questo periodo i più bei palazzi sulla piazza e sulle vie principali, quali palazzo Fidi, palazzo Viscontini, il palazzo Vescovile che si sostituirono, spesso inglobandola, alla precedente edilizia a schiera di epoca medievale. La città, nel corso della crisi generale successiva all’epoca rinascimentale, conoscerà ancora periodi difficili, aggravati da nuovi conflitti nel 1641, con l’inizio della guerra di Castro, allorché Acquapendente verrà dapprima saccheggiata dalle truppe di Odoardo Farnese e successivamente dall’esercito del Papa accorso per scacciare gli invasori. Dopo la pace stipulata tra Odoardo Farnese ed il Papa Urbano VIII, la disputa riprese nel 1644 con il nuovo Papa Innocenzo X che ordinò l’assedio e la distruzione della città di Castro. A seguito di questo evento la sede vescovile, con bolla del pontefice, fu trasferita ad Acquapendente e la basilica del Santo Sepolcro divenne Cattedrale. Dopo la rivoluzione francese, Acquapendente è una tra le prime città ad instaurare autonomamente e con libere elezioni, un ordinamento repubblicano che rimarrà in atto fino al termine della Repubblica Romana nel 1799. Con l’avvento dell’ottocento Acquapendente conoscerà una ripresa economica e culturale che si manifesterà nel settore edilizio, soprattutto dopo l’annessione al regno d’Italia, anche con varie costruzioni a carattere pubblico, come con la riedificazione del nuovo palazzo municipale, approvata nel 1876, e la costruzione delle carceri mandamentali, terminata il 4 marzo 1876; seguirono la sistemazione della piazza S. Agostino, l’allargamento ed allineamento della via dei Casalini, il restauro stilistico della Torre dell’Orologio, detta del Barbarossa, la costruzione dei pubblici lavatoi e delle fonti.

XX Secolo


agriturismo acquapendente
Alla fine del XIX secolo la città di Acquapendente è ancora contornata e delimitata dalle antiche mura urbane. Solo dopo il 1927 con l’apertura della nuova strada di circonvallazione, per cui la Cassia passerà a sud - ovest dell’abitato, si inizieranno a fabbricare alberghi e villini fuori le mura. La nuova circonvallazione si svilupperà con varie strutture alberghiere, grazie all’importanza dell’arteria, privilegiato asse di collegamento tra Firenze e Roma, sino all’apertura dell’Autostrada del Sole che farà regredire sempre più il flusso di traffico sulla Cassia.

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